Gli USA detengono ad oggi il primato mondiale di numero di episodi di stragi armate, con una media di 1,8 sparatorie al giorno nel 2021, ma in misura sempre crescente nel corso degli anni. Il gruppo di ricerca Gun Violence Archive ha contato più di 30mila morti tra uomini, donne e bambini da inizio 2022, numero che cresce in proporzione all’aumento del numero di armi in circolazione. È calcolato un rapporto di 120,5 armi ogni 100 residenti, più del doppio del secondo paese più armato al mondo, lo Yemen (52,8 armi ogni 100 abitanti).
I motivi della diffusione
L’acquisto di armi negli USA è dettato, se non altro all’interno delle famiglie, principalmente dalla paura: è quindi “naturale” che negli ultimi sei anni tra queste il possesso di armi sia aumentato dell’8%, portando il 39% dei nuclei familiari americani a possederne una (solo nel 2020 la compravendita è aumentata del 64% rispetto all’anno precedente). Ad acquistare quindi non sono più solo gli appassionati, ma un importante numero di persone spaventate in parte dal contesto pandemia, ma in larga misura anche dal clima di tensione dilagante dopo l’omicidio di George Floyd. La diffusione di armi cosi pericolose tra le mani di persone prive di consapevolezza e capacità di maneggiarle ha inevitabilmente portato al dilagante aumento di incidenti domestici e violenza.
La percezione collettiva
In America non esiste un sistema nazionale completo di registrazione delle armi: ognuno dei 50 stati ha una legislazione a sé, e tra questi se ne contano 20 in cui è consentito anche a chi ha precedenti penali o ordini di restrizione per violenza domestica di possederne una dopo i 21 anni di età. L’enorme diffusione delle armi tra la popolazione americana tuttavia, non prescinde una accettazione a priori del fenomeno: i dati destano particolare preoccupazione, ma il tema non ottiene la risonanza che meriterebbe perché sovrastato dall’inaccessibilità economica della sanità, al momento primo problema del paese.
I motivi della diffusione di armi negli USA
L’estrema diffusione delle armi negli USA ha più di una matrice. La ragione storica e costituzionale risiede nel Secondo Emendamento, che sancisce il diritto ad armarsi, sia per una questione di culto identitario delle armi che per garanzia di ordine e sicurezza sociale e personale (poi messa in dubbio dai fatti).
Esiste poi una seconda motivazione di fondo, questa volta di matrice psicosociale. Secondo uno studio antropologico, gli Stati Uniti sono intrappolati all’interno di un circolo vizioso che prevede necessariamente una risposta altrettanto violenta alla violenza già esistente (ma a sua volta legittimata).
I media inoltre partecipano attivamente all’aumento della dipendenza psicologica alla difesa, attraverso la sovraesposizione di fatti violenti, tanto che le donne, categoria particolarmente spaventata dai fatti di cronaca, costituiscono il segmento di acquirenti in più rapida crescita. I media però, nei fatti sottolineano particolari eventi che riescono ad ottenere larga risonanza, ma non mettono in luce un dato essenziale, ovvero che le prime vittime delle armi da fuoco sono i loro stessi detentori: i suicidi infatti sono responsabili della maggioranza delle vittime di arma da fuoco negli Stati Uniti.
Oltre all’elemento legislativo e a quello psicologico, si aggiunge quello politico. Questa circolazione indiscriminata di armi infatti, è ampiamente favorita dalla totale mancanza di controlli preventivi da parte delle istituzioni. Nei rari casi di tentativi legislativi per un maggior controllo sulla vendita, il partito Repubblicano ha favorito cavilli burocratici per aggirarli.
Molti altri rappresentanti politici però, persistendo nella volontà di abolire, o se non altro regolamentare meglio il commercio delle armi, hanno ottenuto il 23 giugno 2022 l’approvazione del Bipartisan Safer Communities Act. A riguardo si è espresso il presidente Joe Biden su Twitter, manifestando la sua volontà a non fermarsi qui.