Il concetto di body-positive è stato ideato da alcune attiviste donne intorno al 2010 sui social-media.
Ma che cos’è? Il body-positive si può definire come una sorta di movimento che è nato per promuovere un messaggio di inclusione, per normalizzare ogni tipologia di corpo o fisionomia che non risulta conforme agli attuali canoni di bellezza imposti e diffusi dalle pubblicità e dalla società odierna.
Se proviamo ad analizzare più nel dettaglio le motivazioni di questo movimento, noteremo che in realtà è molto più di un messaggio generalizzato. Il body-positive ha un ruolo molto importante, aiutare le persone, più nello specifico i giovani, ad accettarsi e amarsi nonostante qualche imperfezione che in ogni caso ci rende umani perché, come dice il titolo del film diretto da Pasquale Festa Campanile nel 1981, “Nessuno è perfetto”.
Il modello “perfetto”
I difetti non ci definiscono ma fanno parte di noi e ci rendono unici, ed oltre a questo la notizia più sconvolgente è che i ‘difetti’ derivano quasi esclusivamente da modelli esposti e stabiliti ‘giusti’ dalla società contemporanea(circa gli ultimi decenni). Ogni periodo storico ha dei modelli che lo rappresentano, in quest’ultimo appunto il modello che definisce al meglio l’idea di perfezione è solitamente espresso dall’eccessiva magrezza mentre più specificatamente negli ultimi anni invece la corporatura esile è accompagnata da un lato A e B abbondanti per quanto riguarda le donne.
Spesso le celebrità per rispecchiare il modello appena descritto, ricorrono alla chirurgia estetica in modo anche eccessivo ed evidente e questo diviene un ulteriore esempio per molti ragazzi che per assomigliargli lo fanno a loro volta.
Danni e come evitarli
Il body-positive è necessario per evitare che le insicurezze che si insinuano nei ragazzi a causa di queste campagne pubblicitarie discriminatorie (oltre che da fattori dati dall’ambiente circostante) creino seri danni a livello psicologico che spesso si manifestano nel cattivo rapporto con il loro corpo che successivamente si riversa in difficoltà nel relazionarsi con gli altri, ansia sociale, disturbi border-line e nei casi peggiori un odio e vergogna verso se stessi che può scatenare reazioni gravi come comportamenti auto-lesionisti o disturbi alimentari (DSA).