La leggenda del cavallo di Troia

Chiunque almeno una volta nella vita ha sentito parlare della leggenda del cavallo di Troia, lo stratagemma che usarono i greci per fare breccia nella città di Troia e conquistarla.
La guerra di Troia, secondo la mitologia greca, fu combattuta alla fine del II millennio a.C.. Il conflitto si concluse grazie ad un’idea del geniale re di Itaca, Ulisse: nascondersi all’interno di un grande cavallo di legno che i Troiani, scambiandolo per un dono, portarono all’interno della cinta muraria.

Tra mito e storia

Bisogna innanzitutto partire da un concetto fondamentale: La storia del cavallo di Troia è un mito, non un evento accaduto realmente. Così come lo è la versione della guerra che è stata raccontata dai Greci.
Secondo la leggenda, la guerra fu scatenata dal rapimento della sposa del re di Sparta, Menelao, da parte di Paride, uno dei figli del re di Troia.
Menelao, per riprendersi la moglie, riuscì a convincere gli eserciti delle città greche a combattere contro i troiani.
La città fu sotto assedio per dieci lunghi anni e crollò solamente grazie alla geniale idea di Ulisse.
Quanto c’è di vero in tutto ciò? Secondo gli storici ci fu realmente un conflitto tra i popoli greci e quelli dell’Asia Minore alla fine del II millennio a.C.; ma d’altro canto, è quasi surreale che sia scoppiato a causa di un rapimento. Piuttosto gli storici hanno ipotizzato che la guerra sia scoppiata a causa di ragioni commerciali in quanto Troia era situata in un punto strategico per i commerci, oppure per semplici ragioni di conquista.

Cavallo o nave di Troia?

Prima dell’Eneide, la leggenda del cavallo di Troia era stata tramandata quasi esclusivamente per via orale.
L’autore del poema, Virgilio, racconta che il più astuto dei comandanti greci, Ulisse avesse escogitato un piano per entrare nella città di Troia: far credere ai troiani che i greci erano tornati in patria accettando la sconfitta e porgendo un dono ai nemici, il celebre cavallo di Troia. In realtà, alcuni tra i soldati greci più valorosi erano all’interno di questo cavallo in quanto cavo.
Quando calò la notte e il cavallo fu portato all’interno della città, i greci uscirono allo scoperto e aprirono le porte al resto dell’esercito. Così poterono distruggere Troia.
Di solito le leggende che si tramandano per secoli in forma orale spesso nascondono un fondo di verità, che però nella trasmissione del racconto viene alterato.
Di recente è emersa una teoria secondo la quale la leggenda non menzionava nessun cavallo, ma una nave. Infatti, in greco antico cavallo si dice hippos, e lo stesso nome era utilizzato per un tipo di nave fenicia, chiamata così in quanto aveva una testa di cavallo scolpita sulla prua. La teoria vuole che, gli autori antichi, nel raccontare la leggenda, avrebbero interpretato male la parola hippos, traducendola con cavallo e non con nave.

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