La battaglia, nonostante sia stata quasi più un’imboscata, della foresta di Teutoburgo rappresenta un momento fondamentale nella storia di Roma e del mondo intero, tanto da aver portato ripercussioni fino ai nostri giorni. Per andare a meglio intenderne il perché ci è utile il confronto con quanto avvenne il 9 giugno del 53 a.C., durante la guerre romano-partiche. La battaglia di Carre è infatti simile, nei meccanismi e nelle ricadute, a quella avvenuta nella selva tedesca tra l’8 e l’11 settembre 9 d.C. Queste rappresentano le due sconfitte peggiori nella storia di Roma, dato che emerge semplicemente constatando il fatto che i due confini più deboli del popolo latino, oltre che i più difficili da gestire, siano stati proprio quelli dei parti (all’incirca attuale Iran) e quello delle tribù germaniche, in corrispondenza del Reno. Dopo le disfatte subite in quelle regioni l’impero non riuscì a trovare la forza per conquistarli, pur riuscendo a vendicare, con Germanico, i legionari caduti nella Bassa Sassonia e recuperare 2 delle 3 aquile delle legioni.
“Quintili Vare, legiones redde!”.
“Quintilio Varo, ridammi le legioni!”. In questo modo, come ci riporta Svetonio nel “De vita Caesarum”, Augusto reagisce alla terribile notizia, camminando su e giù per il palazzo, urlando, sbattendo la testa contro il muro e strappandosi i capelli. L’imperatore, ormai settantaduenne, si rende immediatamente conto dei pericoli che Roma rischia di correre. Teme che questa possa essere la famosa “goccia che fa traboccare il vaso”, facendo si che molti dei popoli che l’impero aveva soggiogato, spinti dall’esempio dato dal principe dei Cherusci, si unissero ribellassero a loro volta. Fortunatamente ciò non avvenne, o almeno accadde in maniera molto ridotta, ma gli echi di Teutoburgo accompagnarono i romani fino alla loro caduta. Si pensi che i Vandali, ossia coloro che furono responsabili del Sacco di Roma, erano popoli germanici, come Goti e Burgundi.
Una sconfitta “condivisa”.
A questo punto è interessante capire quali conseguenze questo episodio ha avuto nella storia europea in particolare, ma anche mondiale. Perché la battaglia di Teutoburgo rappresenta un “limes” definitivo tra la cultura romana e quella germana. Di fatto Roma perde la Germania, ma la Germania perde Roma. Al di qua del Reno vanno sviluppandosi città acquedotti, strade, terme, insomma, si afferma e progredisce la cultura classica; nella parte “tedesca”, invece, vige un abisso culturale, ci sono ancora tribù, primitive e analfabete, che vivono in capanne e sono sempre in faida tra loro. La Germania sembra, pertanto, essere ancora nell’età del ferro, nella preistoria e Roma poteva essere per lei la giusta occasione per riuscire, finalmente, a entrare nella storia e progredire. Da dopo l’11 del 9 d.C. si delineano, dunque, due mondi che crearono in seguito due gruppi di nazioni, separate dai confini naturali dati dal Danubio e dal Reno: quelle germaniche e quelle di stampo romano, con cultura latina.
I “se” della storia.
“La storia con i se e con i ma non si fa”, proverbio tanto conosciuto quanto giusto. Tuttavia è interessante, sempre tenendo conto di questo detto, immaginare un epilogo diverso per determinati episodi, con conseguenze differenti. Molti storici, consci della spaccatura che da quel momento è nata in Europa, si sono posti delle domande e si sono interrogati sugli scenari possibili. Senza questo massacro personaggi come Carlo Magno, Otto Von Bismarck e Hitler sarebbero esistiti comunque? Ricordiamo che il fuhrer spinse molto sul sentimento e sul significato dell’essere tedeschi, evidenziando le loro differenze e il loro essere di razza superiore rispetto agli altri, basandosi per altro molto su autori classici, quali Tacito con la sua opera, di stampo geo-etnografico “Germania”. Una cosa si può dire essere quasi certa: senza Teutoburgo la nostra storia sarebbe stata diversa, forse in meglio, forse in peggio, questo non ci è dato saperlo.